Tintoretto. Un ribelle a Venezia 2019 streaming
Tintoretto. Un ribelle a Venezia
ANNO: 2019
REGIA: Giuseppe Domingo Romano
PAESE:Italia
DURATA: 90 min.
TRADUZIONE: Italian
VIDEO: ULTRA HD 4K - SENZA LIMITI
“Il più terribile cervello che mai abbia avuto la pittura”
Giorgio Vasari
"Una proto-rockstar"
David Bowie
1576: la peste dilania la Serenissima. Venezia è invasa dai morti. Chi può, fugge. Nobili, commercianti, artisti, chiunque cerca di mettersi in salvo. Scappano tutti, tranne Tintoretto.
Nato e cresciuto nella città lagunare, il pittore è l’unico ad aver dipinto quasi esclusivamente per la sua città, nonché a poter vantare di aver adornato con le sue opere un intero palazzo, la Scuola Grande di San Rocco, considerata oggi la sua cappella Sistina.
Stefano Accorsi narra la vita e l’arte del genio veneziano, insieme a lui interventi del regista Peter Greenaway e della scrittrice Melania G. Mazzucco raccontano Tintoretto dai luoghi veneziani del pittore. Originario del sestiere di San Polo, Jacopo Robusti è figlio di un tintore. Il suo soprannome, Tintoretto, è un tributo alla professione del padre che, come molti, lavorava nella fiorente industria tessile veneziana. È nella tintoria del padre, attorniato da fumi e colori, che Tintoretto mostra i primi segni delle sue doti artistiche; ed è per questo che i famigliari decidono di portarlo da Tiziano, il Maestro più importante della scena artistica veneziana dell’epoca. Ma il rapporto con il Tiziano sarà difficile e tormentato, tanto da ostacolarlo per tutta la sua vita.
Tintoretto si forma quindi e per lo più da autodidatta, non avrà mecenati né veri maestri e si fa strada da solo nel difficile e competitivo mondo dell’arte veneziana. Fondamentale è l’appoggio di Pietro Aretino, arbitro del gusto dell’epoca. Ma altrettanto fondamentale per ottenere successo e commissioni sempre più importanti sono i lavori che eseguirà per le scuole veneziane: dalla Scuola Grande di San Marco fino ad arrivare all’agognata Scuola Grande di San Rocco.
Celeberrimo è l’episodio del concorso per dipingere l’ovato della Sala dell’Albergo nella Scuola Grande di San Rocco, dove Tintoretto mette in atto tutti le sue abilità pur di vincere. Obiettivo del pittore è anche quello di diventare confratello. Ma i suoi desideri trovano molti ostacoli.[8]
Il suo temperamento, la sua audacia e sfrontatezza, la sua genialità artistica e imprenditoriale, gli permettono di confrontarsi senza timore con i più grandi maestri dell’epoca, tra cui il Veronese, con cui la rivalità è prevalentemente artistica.
Sullo sfondo di queste vicende, il documentario racconta anche la Venezia della peste e dei lazzaretti, che trovano rappresentazione in alcune opere di Tintoretto, ma anche la Venezia delle grandi competizioni tra botteghe per ottenere le commissioni più ricche e prestigiose, veri e propri campi di battaglia dove gli artisti si sfidano con tutte le loro armi. L’ultima di queste sfide si tiene a Palazzo Ducale, quando Jacopo Robusti si trova, ancora una volta, a confrontarsi con Paolo Veronese.
Rivoluzionario nello stile pittorico, ribelle nel carattere, Tintoretto è amato e apprezzato da artisti, filosofi, pittori, musicisti: da Jean Paul Sartre, che lo definì “il primo regista cinematografico della storia” a David Bowie, che arrivò a chiamare la sua etichetta discografica proprio con il nome “Tintoretto”. Dalla Chiesa della Madonna dell’Orto a Palazzo Ducale, dalla Scuola Grande di San Rocco alla Chiesa di San Giorgio Maggiore, da Cannaregio a San Polo, il nome di Jacopo Robusti risuona per tutta Venezia, facendo di lui un artista immortale.
Giorgio Vasari
"Una proto-rockstar"
David Bowie
1576: la peste dilania la Serenissima. Venezia è invasa dai morti. Chi può, fugge. Nobili, commercianti, artisti, chiunque cerca di mettersi in salvo. Scappano tutti, tranne Tintoretto.
Nato e cresciuto nella città lagunare, il pittore è l’unico ad aver dipinto quasi esclusivamente per la sua città, nonché a poter vantare di aver adornato con le sue opere un intero palazzo, la Scuola Grande di San Rocco, considerata oggi la sua cappella Sistina.
Stefano Accorsi narra la vita e l’arte del genio veneziano, insieme a lui interventi del regista Peter Greenaway e della scrittrice Melania G. Mazzucco raccontano Tintoretto dai luoghi veneziani del pittore. Originario del sestiere di San Polo, Jacopo Robusti è figlio di un tintore. Il suo soprannome, Tintoretto, è un tributo alla professione del padre che, come molti, lavorava nella fiorente industria tessile veneziana. È nella tintoria del padre, attorniato da fumi e colori, che Tintoretto mostra i primi segni delle sue doti artistiche; ed è per questo che i famigliari decidono di portarlo da Tiziano, il Maestro più importante della scena artistica veneziana dell’epoca. Ma il rapporto con il Tiziano sarà difficile e tormentato, tanto da ostacolarlo per tutta la sua vita.
Tintoretto si forma quindi e per lo più da autodidatta, non avrà mecenati né veri maestri e si fa strada da solo nel difficile e competitivo mondo dell’arte veneziana. Fondamentale è l’appoggio di Pietro Aretino, arbitro del gusto dell’epoca. Ma altrettanto fondamentale per ottenere successo e commissioni sempre più importanti sono i lavori che eseguirà per le scuole veneziane: dalla Scuola Grande di San Marco fino ad arrivare all’agognata Scuola Grande di San Rocco.
Celeberrimo è l’episodio del concorso per dipingere l’ovato della Sala dell’Albergo nella Scuola Grande di San Rocco, dove Tintoretto mette in atto tutti le sue abilità pur di vincere. Obiettivo del pittore è anche quello di diventare confratello. Ma i suoi desideri trovano molti ostacoli.[8]
Il suo temperamento, la sua audacia e sfrontatezza, la sua genialità artistica e imprenditoriale, gli permettono di confrontarsi senza timore con i più grandi maestri dell’epoca, tra cui il Veronese, con cui la rivalità è prevalentemente artistica.
Sullo sfondo di queste vicende, il documentario racconta anche la Venezia della peste e dei lazzaretti, che trovano rappresentazione in alcune opere di Tintoretto, ma anche la Venezia delle grandi competizioni tra botteghe per ottenere le commissioni più ricche e prestigiose, veri e propri campi di battaglia dove gli artisti si sfidano con tutte le loro armi. L’ultima di queste sfide si tiene a Palazzo Ducale, quando Jacopo Robusti si trova, ancora una volta, a confrontarsi con Paolo Veronese.
Rivoluzionario nello stile pittorico, ribelle nel carattere, Tintoretto è amato e apprezzato da artisti, filosofi, pittori, musicisti: da Jean Paul Sartre, che lo definì “il primo regista cinematografico della storia” a David Bowie, che arrivò a chiamare la sua etichetta discografica proprio con il nome “Tintoretto”. Dalla Chiesa della Madonna dell’Orto a Palazzo Ducale, dalla Scuola Grande di San Rocco alla Chiesa di San Giorgio Maggiore, da Cannaregio a San Polo, il nome di Jacopo Robusti risuona per tutta Venezia, facendo di lui un artista immortale.
Tintoretto. Un ribelle a Venezia 2019 STREAMING ITA in Alta Definizione
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